Una vita di stelle library
DOMUS DONNA
Leggete i miei articoli all'interno della rubrica Domus Donna, sulla rivista ECHI LIBERI, Milano.
Ecco il secondo in anteprima, tratteremo gli stessi argomenti qui
Exit in onda ore 16,30 il martedì,
Algoritmi in onda ore 16,00 il giovedì,
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Domus Donna, la parola alle lettrici.
Questo è il secondo appuntamento con voi, lettrici, donne, ragazze di oggi.
Vi racconto di un episodio accaduto ad una giovane di quasi quarant’anni, due figlie a carico, il compagno sparito da anni, nessun reddito parallelo, sacrifici ogni giorno.
I tempi incalzano, la guerra in Ucraina, le bollette che avanzano, la benzina a 2.4, non basta lavorare, lo stipendio non è sufficiente, fare la spesa al discount, accontentarsi, vivere modestamente con una macchina vecchia, una borsa vecchia o usata, scuole statali e mezzi di trasporto in ritardo per ritardare al lavoro e a scuola.
Si potrebbe richiedere il reddito di cittadinanza, forse lasciare la pratica ad un avvocato serio che attesti la reale esigenza di un intervento economico da parte del padre delle bambine, forse ci vorrebbe la voglia di provare, la combattitività necessaria a condurre il corpo ad un ufficio Acli, e la forza di parlare. Ma succede e le donne lo sanno, che quando la vita ti bastona ripetutamente, il tono della voce si affievolisce e il merito e la consapevolezza della propria persona, della propria entità nel mondo, assume una percezione diversa.
Desiderare il miracolo, un aiuto, una voce amica diventa un pensiero astratto a cui aggrapparsi per non sprofondare.
La ragazza deve fronteggiare le bollette di luce e gas, il bimestre gennaio-febbraio 2022, euro 456, la bolletta dell’acqua, Hera, unico gestore per Bologna, euro 1854, rischia il distacco per arretrati, la bolletta del gas, euro 723 il trimestre dicembre-gennaio-febbraio. La benzina, euro 20 al giorno per i trenta km consueti, tragitto casa lavoro e rientro, che corrispondono a neanche 10 litri di benzina effettivi nel serbatoio della sua utilitaria datata. Poi naturalmente deve approvvigionare le scorte alimentari per tre. Incassa mensilmente, per 8 ore di lavoro giornaliere, circa 1400 euro mensili, fortunatamente con un buon contratto di lavoro a tempo indeterminato. Se sommiamo e sottraiamo se ne deduce che questa giovane, come molte altre, è sull’orlo del tracollo. Dov’è la giustizia? Dov’è una giustizia che permette che una persona, incensurata che svolge il suo lavoro con quotidianità, onestamente, che alleva due figlie, da sola, debba vivere nella miseria? Come questa giovane donna, ne esistono altre, in altri posti del mondo che non siano l’Italia, che soffrono silenziosamente, che prendono botte, che sono costrette alla prostituzione sui social per qualche centinaio di euro o sui marciapiedi, seguendo le direttive e gli ordini di un pappa qualunque. Dov’è la giustizia per queste donne? Ora arriveranno 1,4 milioni di profughi dall’Ucraina. La maggior parte li sta assorbendo la Polonia, hanno già raddoppiato la popolazione della stessa Varsavia. Arrivano e arriveranno in Italia. Il mio appello come donna italiana che vive e lavora e combatte in Italia: ricordiamoci delle donne italiane, ricordiamoci di una giustizia uniforme. Sapete cosa fanno questi gestori se non si pagano entro tre mesi le bollette? Staccano l’erogazione del servizio, senza avvertimenti. Mi chiedo, e vi chiedo, secondo voi, questa che ho descritto, è una situazione limite? La risposta è no.
