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Algoritmi di Alessandro Feroldi

Ne parleremo oggi ad Algoritmi, ore 16,00

24.5.2022 L’editoriale di Alessandro Feroldi

L’italiano tabooizzato

La dimostrazione che il politicamente corretto sia un’arma del potere per sottomettere il popolo con l’ignoranza viene da alcuni dati sconvolgenti: un ragazzo su due non capisce un testo in lingua italiana; parte degli studenti delle medie inferiori e superiori ha una preparazione corrispondente alla terza elementare; all’ultimo concorso per giudici il 95% dei 4000 candidati è stato bocciato per non aver superato la prova di italiano; alla Scala di Milano è andata in scena l’opera “Un ballo in maschera”, musica di Giuseppe Verdi e libretto di Antonio Somma, con la parola “negri” cancellata dal testo; Nicola Lagioia, direttore del Salone del Libro, disse anni fa di una scrittrice debuttante che bisognava piegarla in avanti e infilarle tipo supposta le pagine di Lolita di Nabokov perché ne fosse contaminata (al Salone odierno del Libro tutte le scrittrici e influencer a bocca chiusa, una ha detto “sono scrittori”, volgarità secondo categoria privilegiata); la filosofa Donatella di Cesare, docente di filosofia teoretica alla Sapienza di Roma, attivista del politically correct, ha usato la parola “tabooizzata”. Leggo di impegnativi programmi di avvicinamento dei giovani alla lettura, infarciti di termini rigorosamente politically correct. Una domanda: ma se i giovani, e anche gli aspiranti giudici avvocati notai, non sanno l’italiano, perché dovrebbero leggere un libro se non capiscono l’italiano?


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